Sta a ciascuno di noi rimanere con gli occhi aperti per non perdere queste tracce per essere consapevoli, e non burattini manovrati senza capacità critica.
Su questo blog c'è qualche traccia, il resto non dovete mai smettere di cercarle voi.

domenica 3 maggio 2009

Creata Ruppy, la prima cagnolina transgenica

Genetica/Creata Ruppy, la prima cagnolina transgenicaGli altri quattro fratellini hanno anch'essi gene fluorescenza

E' stato creato Ruppy, il primo cagnolino transgenico al mondo, Ruppy sta per Ruby Puppy, ed è una femminuccia che insieme ad altri quattro cuccioli di Beagles ha nelle sue cellule una proteina fluorescente che si illumina quando è sotto la luce ultravioletta. I cinque cagnolini sono stati "creati" da un gruppo di scienziati coreani coordinati da Byeong-Chun Lee della Seoul National University, Sud Korea, clonando fibroblasti che esprimevano il gene della fluorescenza rossa, prodotto dagli anemoni di mare. Lee insieme Woo Suk Hwang, specializzato nella ricerca sulle cellule staminali, facevano parte del gruppo di ricerca che nel 2005 realizzò il primo cane clonato, Snuppy. In seguito si seppe che il lavoro sulle cellule staminali umane di Hwang era, in realtà, una truffa, ma non così il lavoro su Snuppy.

I cani sono già usati nei laboratori, come modello animale, per studiare malattie umane come la narcolessia, alcuni tipi di cancro e la cecità. Inoltre, il sequenziamento del genoma di un cane ha reso questi animali domestici ancora più utili anche per lo studio delle malattie genetiche. Secondo Che Myong Ko, University of Kentucky , Lexington, questo nuovo esperimento di clonazione animale, dovrebbe aprire la porta alla realizzazione di modelli di malattie umane realizzati con cani transgenici , in attesa di poter generare un vero modello di malattia Ma come sono arrivati Lee e colleghi a creare Ruppy? Come riferiscono su "Genesis" di questa settimana, hanno prima infettato i fibroblasti del cane con un virus che,comportandosi da vettore, ha portato all'interno del nucleo cellulare il gene della fluorescenza. Il nucleo del fibroblasto con all'interno il nuovo gene è stato , poi, trasferito nel nucleo della cellula uovo di un altro cane, precedentemente enucleato. Ed, infine, i nuovi oociti sono stati posti nella capsula di Petri, un microambiente idoneo allo sviluppo embrionale preimpianto. Dopo una settimana le cellule, dividendosi, hanno dato luogo ad embrioni che è stati impiantati in madri "adottive".

La sperimentazione è partita con 344 embrioni impiantati in 20 cani, ma, alla fine, i ricercatori sono riusciti ad ottenere solo sette gravidanze. Un feto è morto a circa metà gravidanza, mentre un altro cucciolo è morto ad 11 settimane dopo che la madre lo aveva accidentalmente morso al petto. Sono, quindi, cinque i cagnolini sopravvissuti, tutti in buona salute e pronti a mostrare la loro fluorescenza. A parte le difficoltà della clonazione, solo 1,7% degli embrioni è riuscito a nascere, un'altra sfida, dicono gli scienziati, è creare cani transgenici dovendo controllare, nel loro Dna nucleare, dove è andato a finire il gene "estraneo". Infatti Lee e colleghi, per trasferire il gene della fluorescenza nel fibroblasto del cane hanno utilizzato un retrovirus, ma , poi, non hanno potuto controllare il posto in cui il virus ha inserito il gene. Queste difficoltà potrebbero impedire la creazione di cani "knockouts", e cioè privati di un specifico gene o cani ingegnerizzati , quelli che producono forme mutate di un gene. Queste procedure di manipolazione genetica, oggi comunemente utilizzate con i topi e i ratti, hanno fatto guadagnare nel 2007 il premio Nobel a tre scienziati che avevano sviluppato una procedura per la creazione di modelli animali sperimentali patologici o per la terapia genica, chiamata "gene targeting". Ko, ora, sta lavorando per adattare questo metodo, già sperimentato sui maiali, mucche e altri animali, sui cani e nel suo laboratorio si sta cercando di creare un modello "knockouts" in cui viene eliminato o inibito uno specifico recettore dell'estrogeno per capire gli effetti dell'ormone sulla fertilità.

La lunga durata della vita dei cani e il loro ciclo riproduttivo, li rende, infatti, modelli più apprezzabili dei topi per la comprensione della fertilità umana. Insomma i cani, secondo Ko, potrebbero diventare dei buoni modelli per la ricerca". "Non conosco - ha commentato Greg Bash genetista della Stanford University - situazioni sperimentali specifiche che richiedano l'immediata esigenza di creare modelli animali di cani. Ma sono certo che i cani transgenici rappresenteranno in futuro uno strumento importante per capire le malattie". Come sempre c'è chi frena e smorza gli entusiasmi, come Nathan Sutter genetista specializzato in cani della Cornell University in Ithaca, New York, che ritiene la transgenosi difficile, cara e lenta".


Fonte: WALL STREET23 APRILE 2009

3 commenti:

Giulia ha detto...

... e adesso che hanno modificato l'ennesimo animale, sono contenti???
Sembra che questi dr. Frankenstein perseguano l'idea più bizzarra e più mediaticamente rilevante, fregandosene altamente delle vite che manipolano... e hanno preso pure il Nobel!!!
Un'occasione in più anche per fare ulteriore vivisezione...
CHE SCHIFO!

Anonimo ha detto...

....ed hanno il coraggio di chiamarsi scienziati! questi sono solo dei mostri dei quali si deve avere paura, molta paura: quello che fanno agli animali prima o poi verrà fatto anche agli uomini (bambini, galeotti, vecchi, cavie umane a pagamento).
Concordo con Giulia: che schifo!!!

Anonimo ha detto...

A me viene il vomito ed anche voglia di piangere al pensiero di come abbiamo ridotto il Mondo ed i suoi abitanti.