Contro la camorra "il governo potrebbe fare di più: è stato importante mandare i parà, perché bisognava rispondere con un piano militare ma questo non basta assolutamente: c'è ancora tanto da fare e le risorse ci sono". Roberto Saviano torna a ribadire le sue idee sulla criminalità organizzata intervistato questa mattina su Radio3 da Massimo Giannini, spaziando dall'inchiesta sugli appalti a Napoli alla riforma della giustizia.
La battaglia sulla criminalità.
Gli scontri tra studenti di destra e di sinistra sono "vecchi" e fanno solo il gioco di chi vuole deviare l'attenzione dalle questioni vere, in primo luogo da quella della criminalità ha spiegato Saviano che nel pomeriggio incontrerà gli studenti dell'università Roma Tre dopo la proiezione la proiezione del film di Matteo Garrone tratto dal suo libro. "Forse tra le nuove generazioni si sta parlando alla questione criminale in maniera diversa - ha sottolineato Saviano parlando a Radio3 - Sento tantissimo la deideologizzazione. Io parlo ai giovani. Ai giovani di destra come ai ragazzi di sinistra o a ragazzi semplicemente che non hanno alcun tipo di posizione. E l'idea di andare a parlare all'università, anche se sono stato invitato dall'Onda, era quella: poter parlare a tutti e non solo a una parte, perché la battaglia sulla criminalità è una questione che viene prima di tutto".
La mafia non riguarda solo centrodestra.
Parlando della bufera scoppiata al Comune di Napoli, Saviano non è sorpreso. "E' da tempo che, soprattutto nel Sud Italia, queste connivenze sono state denunciate: io stesso e molti altri, sull'Espresso e su Repubblica, abbiamo scritto di questa sorta di connivenze, di questa assoluta percezione sbagliata di credere che il male stia solo dall'altra parte, che la mafia sia una cosa che riguarda solo il centrodestra".
Detto questo - ha aggiunto l'autore di Gomorra, - mi sento di dire che non può essere utilizzata inchiesta per criminalizzare un'intera parte politica, dell'una o dell'altra parte. Ma credo che una cosa da fare, finalmente, sia prendere le distanze da certi meccanismi imprenditoriali", che "sono di periferia, sembrano lontani da Roma, ma in realtà incidono tantissimo".Il rapporto tra politica e crimine.
Più in generale, rispondendo a una domanda sugli sviluppi dell'inchiesta Global service, Saviano ha spiegato che, a suo giudizio, "oggi il rapporto tra politica e crimine è diverso rispetto a Tangentopoli e alla Cosa Nostra del maxiprocesso. Oggi le organizzazioni criminali determinano gli equilibri politici come potrebbero determinarli la Microsoft, la Bmw o la General Motors. Al di là di quella che può essere la mazzetta al singolo politico o consigliere comunale, indipendentemente dalle scelte individuali di corruzione, le organizzazioni criminali riescono a condizionare il clima politico attraverso il loro potere economico".
Riforma della giustizia.
Roberto Saviano segnala il rischio che l'annunciata riforma della giustizia "venga utilizzata per rendere più complicate non tanto le inchieste antimafia, quanto la possibilità di arrivare ai livelli economico-finanziari della criminalità organizzata". "Tutti i boss che usano lo strumento militare, che uccidono - ha spiegato Saviano parlando con Massimo Giannini - prima o poi vengono eliminati o finiscono in galera, ma sanno benissimo che la morte è una parte necessaria del loro mestiere. Il vero problema è arrivare al livello economico, a quei personaggi che entrano in relazione con le organizzazioni criminali, ma senza farne parte o partecipare alle operazioni di sangue".
Per l'autore di Gomorra, dunque, il "rischio è che con un determinato tipo di riforma della giustizia e con gli attacchi alla magistratura si tenda a voler chiudere la partita con l'imprenditoria criminale, impegnandosi soltanto nella cattura dei criminali. Ma preso uno ne spuntano altri dieci, anche perché le organizzazioni mafiose non hanno il monopolio, i capi non durano 40-50 anni come i politici, le nuove generazioni prendono continuamente il posto delle vecchie".
La Republica.it
2 commenti:
Ciò che scrive Saviano è giustissimo, specialmente se allarghiamo l'ottica al territorio Campano.
Siamo tutti abituati a lamentarci, e alzare le spalle pensando cosa possiamo fare noi?
Abituati anche a delegare, ciò che non va pensando in fondo non mi riguarda.
Invece no, siamo tutti responsabili e vittime delle cose che non vanno in questo mondo, e ora di aprire gli occhi e prenderci le nostre responsabilità, in tutti i campi.
La camorra e tutte le altre forme "mafiose" dilagano nel Mondo intero.
Ovunque troviamo stranissime collusioni che nessuno pare vedere o voler vedere, protezioni misteriose di attività vistosamente condotte fuori da ogni legalità che proseguono nonostante denunce e segnalazioni scritte alle autorità preposte al controllo.
Non vi è settore risparmiato da tale ragnatela che sta avvolgendo tutti noi se non troveremo il coraggio della disperazione per reagire attivamente.
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