La tripla vita di Nadia B. Il lavoro nei locali a luci rosse, il matrimonio con un ticinese. E per 15’000 franchi un affare che le è costato il carcere.
Il Brasile fa sul serio e stringe il cerchio attorno ai baby trafficanti. E la bionda Nadia B., brasiliana di 35 anni domiciliata a Lugano arrestata la scorsa settimana a Goiania, 300 km da Brasilia, con l’accusa di essere al centro di una compravendita di bambini, sta a dimostrare che le autorità brasiliane, presidente Lula in testa, vogliono debellare questa piaga.
“Me la ricordo bene Nadia, l’ho conosciuta circa otto anni fa. Bella ragazza, disinibita, sempre sorridente. Lavorava all’Iceberg e all’Oceano”. Chi parla è un abituée dei locali a luci rosse ticinesi che ha incontrato Nadia B. (il cognome è conosciuto dalla redazione) quando faceva ancora ‘la vita’. La 35enne bionda carioca nel 2001 ha sposato un ticinese ed è al centro di un’inchiesta per tratta di essere umani che potrebbe portare ad ulteriori sviluppi in Brasile ma anche in Svizzera, tanto che il Dipartimento federale di giustizia e polizia è in contatto con le autorità sudamericane. Nadia, insieme al fratello Anderson, 32 anni, muratore, è accusata dagli inquirenti di Goiania, città a circa 300 km a sud dalla capitale Brasilia, di aver tentato di comprare un bebé di appena cinque giorni per portarlo in Svizzera e probabilmente rivenderlo ad una coppia desiderosa di avere figli.
Ad inguaiare Nadia è stata la madre del neonato che prima ha accettato la compravendita del piccolo e poi l’ha denunciata. La donna, che aveva conosciuto la connazionale qualche settimana prima del parto, ha raccontato agli inquirenti che la bionda domiciliata a Lugano le aveva offerto 15'000 franchi per il bambino e la promessa di farla espatriare in Svizzera. Un mese di appostamenti e intercettazioni, anche di sms piuttosto espliciti, poi, la scorsa settimana, sono scattate le manette ai polsi di Nada e del fratello. La 35enne domiciliata a Lugano, con un’altra sorella, andava e veniva spesso dal Brasile, anche dopo aver sposato Mauro B, un impiegato luganese di 61 anni.
Secondo un recente rapporto di un gruppo di esperti nominati dalla Commissione europea, ogni anno un milione di persone è al centro di traffici internazionali di esseri umani e ben l’80% delle vittime sono donne e bambini. E l’Unicef stima che ogni anno nel mondo 1,2 milioni di bambini sono venduti o ridotti in schiavitù nel quadro di una compravendita che genera un profitto stimato a 8,4 miliardi di franchi. Sempre l’organismo delle Nazioni Unite che si occupa di infanzia sottolinea che anche la Svizzera è toccata dal business di compravendita di bambini.
La Confederazione è sia un luogo di transito sia di arrivo, con i bambini che provengono soprattutto dall’Albania, dal Camerun e, appunto, dal Brasile.
Fonte: Il Caffè Online
2 commenti:
E' orrendo, si compera e vende ogni tipo di "merce" per gli scopi più abietti.
il dio denaro prevale su tutto: denaro subito ad ogni costo, non importa come e a scapito di chi provenga. è inaccettabile!
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