Sta a ciascuno di noi rimanere con gli occhi aperti per non perdere queste tracce per essere consapevoli, e non burattini manovrati senza capacità critica.
Su questo blog c'è qualche traccia, il resto non dovete mai smettere di cercarle voi.

venerdì 30 ottobre 2009

Germania, le pulizie continuano


È da un po’ che questo blog sembra occuparsi quasi esclusivamente di fermi di carichi di cani spagnoli in Germania. Non dipende tanto da noi, quanto piuttosto dalla pervicacia dei trafficanti e soprattutto da quella delle istituzioni, che a quanto pare hanno deciso – almeno lì – di affrontare il problema. E se i media hanno deciso a loro volta di battere in breccia con un lavoro eccellente, beh, una ragione ci sarà. Per quel che ci riguarda, se parliamo tanto della Germania è perché pensiamo sia ora di parlare dell’Italia…
Stavolta c’è voluto qualche giorno per capire esattamente cosa stesse succedendo. Tutto è cominciato con un gran fermento nei forum, che hanno fatto circolare la vibratissima protesta indirizzata dall’austriaca Tiroler Tier Engel alle autorità di Düsseldorf (capitale del Nordreno-Westfalia) contro il fermo in zona, il 25 ottobre, di 41 cani stipati nel solito “autobus da trasporto” della Pet Line, un’azienda che ha fondato la sua fortuna su questo settore d’attività (anche se in questo periodo, per la verità, gli incidenti di percorso non sono pochi). E passi che si scriva dal Tirolo in Westfalia per un trasporto dalla Spagna. Se non fosse che tra i forum fanno la spola utenti svizzeri. E che il suddetto tirolese chiede che cosa insomma non andasse nel carico, per poter informare i colleghi di Spagna, Grecia e Italia. Quando si dice un successo europeo… forse perché l’atmosfera è ormai decisamente infuocata e il danno comincia a farsi sentire? o perché, come pare dal tam tam degli internauti, prima di quella sosta di vendita ce n’erano state altre due o tre, il che fa dedurre che: 1) il numero di cani trasportati era ben superiore 2) ognuna di quelle soste rappresentava una distribuzione della merce a 360 gradi verso altri Paesi?
Non sarebbe mica una novità… né per i cani spagnoli, né per quelli italiani o greci o rumeni o turchi. Se c’è un’idea dalla quale bisogna liberarsi, è che i traffici si svolgano in linea retta.
Sta di fatto che, prima di approdare in rete, la risposta delle autorità di Düsseldorf, secca e circostanziata, è circolata per fax in mezza Europa. Eccola.

Bloccati trasporto e consegna di 41 cani

I quattrozampe provenivano dalla Spagna. Indicazioni della proprietaria di un cane hanno permesso all’Ufficio per la tutela del consumatore di intervenire.

Domenica 25 ottobre l’Ufficio per la tutela del consumatore insieme all’ufficio di Polizia comunale ha fermato un trasporto di animali dalla Spagna in condizioni catastrofiche, in un parcheggio presso il lago di Unterbach. Là doveva avvenire la consegna di 41 cani a futuri nuovi proprietari. L’indicazione di questo appuntamento era stato dato dalla proprietaria di un cane. “Tra i 41 cani c’erano dodici cuccioli alcuni dei quali al disotto dei due mesi, animali appena operati e anche palesemente malati”, ha riferito il direttore dell’Ufficio per la tutela del consumatore Peter Steinbüchl.
Le condizioni di trasporto erano catastrofiche per tutti i cani. Alcuni animali erano manifestamente malati, come un cucciolo con diarrea emorragica. Una parte dei cani erano rinchiusi in box piccoli e avevano viaggiato verso la Germania per un minimo di due o tre giorni, come carico assemblato in diverse località spagnole. Nel bus c’era un puzzo incredibile di feci ed urine, gli animali hanno dovuto resistere almeno due giorni nei box. I veterinari dell’Ufficio per la tutela del consumatore addetti al controllo hanno potuto verificarlo dalle certificazioni sanitarie di buona salute che li accompagnavano.
L’autista del bus, tedesco con documenti spagnoli, ed il suo accompagnatore spagnolo non apparivano affatto impressionati dalla sofferenza dei cani. L’autista si è qualificato come esperto di cura degli animali e coorganizzatore del trasporto.
Al luogo di consegna si erano trovati circa quaranta acquirenti provenienti da varie parti del Paese, tra cui famiglie con bambini in felice attesa di un cucciolo. “Queste persone non possiamo accusarle di nulla, poiché erano convinte che fosse tutto a norma”, ha sottolineato il dr. Peter Steinbüchl.
Il motivo della segnalazione da parte della proprietaria di animali era che si era dichiarata disposta ad accogliere un cucciolo della stessa ditta in un trasporto precedente. Nonostante le fosse stato assicurato che si trattava di un cane in buona salute, il cucciolo era talmente malato che sono state necessarie molte visite veterinarie.
La donna, amante degli animali, ha potuto dare molti dettagli precisi, tra cui quale ditta organizzava questi trasporti e di quale mezzo si trattava (scuolabus trasformato e riadattato), ed anche la targa. Secondo l’Ufficio per la tutela del consumatore questo tipo di trasporto cozza contro la legge europea sulla protezione animale. Non avrebbero per esempio potuto affatto trasportare cuccioli in quelle condizioni. Inoltre sono saltati agli occhi i documenti stilati per l’associazione denominata “Welpenhilfe”. Il vaccino antirabbia è stato effettuato troppo presto, i cani erano accompagnati da una certificazione di buona salute falsificata datata 04.02.2009. I cuccioli erano però nati il 1° luglio ed il 19 agosto 2009.
Lunedì 26 ottobre i veterinari dell’Ufficio tutela del consumatore hanno consegnato 14 cani che erano in condizioni di salute accettabili e che, stando ai documenti, si presentavano in regola con le normative sulle zoonosi.


Qualche dato in più, con qualche spunto di riflessione, l’ha offerto il Rheinische Post di Düsseldorf. Spunti indirizzati ovviamente a un pubblico tedesco, ma molto utili anche per noi. Per esempio: i cani dovevano essere venduti a un prezzo che arrivava a 280 euro, con un utile complessivo [solo per i 41 cani fermati, N.d.R.] di circa 10000 euro. Per cani meticci, aggiungiamo noi che tra l’altro vorremmo tanto sapere se ad aspettare in quel parcheggio ci fossero soltanto le ormai famose famigliole con bambini che saltano fuori ogni volta che si ferma un carico.
È pur vero che si aggiunge che “Gli animali non devono essere assolutamente acquistati per pietà, perché in questo modo si va solo ad alimentare un commercio senza scrupoli”, e grazie per averlo notato, anche perché si dà tranquillamente atto di una realtà arrogantemente negata da parte dei soliti benefattori di animali: i canetti, canuzzi, pelosetti prelevati per salvarli sono destinati alla vendita, e tanti saluti alla favoletta del rimborso spese…
Ora qualcuno ci dica se c’è una pur minima differenza fra il traffico di cuccioli dall’Est, prodotti per la vendita e trasportati illegalmente, e il traffico dei randagi, prelevati (e fors’anche prodotti) per lo stesso scopo e trasportati nello stesso modo. La diciamo noi la differenza, e non ci stancheremo mai di dirla: il traffico di randagi è molto, ma molto più conveniente e chi fa finta di non vederlo è molto, ma molto più cinico.
Il buon dottor Steinbüchl, direttore (non a caso) dell’Ufficio per la tutela del consumatore, informa che “la Spagna e la Grecia sono i paesi principali da cui vengono portati cani in Germania”. Si guardi meglio intorno, Herr Steinbüchl, lei che opera nel Nordreno-Westfalia, uno dei Länder in cui più si riversa il flusso enorme di cani, cuccioli, vecchi, malati, di cui l’Italia si sbarazza così volentieri fingendo di accettare la promessa del paradiso. È vero che spariscono in fretta… forse per questo le sono sfuggiti.

http://www.duesseldorf.de/presse/pld/d2009/d2009_10/d2009_10_28/09102611_160.pdf
http://www.verlassene-pfoten.de/wbb2/thread.php?threadid=18084&threadview=0&hilight=&hilightuser=0&page=1
http://www.rp-online.de/public/article/duesseldorf-stadt/775442/Transporter-mit-41-Hunden-gestoppt.html

fotogallery:
http://www.animal-health-online.de/klein/2009/10/29/bilderstrecke-hundetransport-aus-spanien/4559/

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho parole...cani operati freschi, cuccioli al di sotto dei due mesi... documenti contraffatti!Trasportati per oltre due giorni senza farli uscire dalla gabbie troppo piccole...
Questo è commercio illegale fatto da "associazioni animaliste" che probabilmente allevano animali direttamente nei canili e/o nei posti di stallo e i cani nelle perreras li riscattano a pochi Euro!! E' un commercio fiorentissimo come dall'Italia!
Su questo bus viaggiava almeno il doppio degli animali sequestrati, poiché ad una fermata precedente ne avevano già scaricati molti altri! Non ho più parole..

Anonimo ha detto...

Il traffico di randagi continua, ma pare che la cosa non interessi ai nostri politici che si preoccupano, insieme a gruppi ed associazioni disponibili, esclusivamente dell'importazione di cuccioli dall'Est Europa.
Posso presumere che la prima fermata di questo bus sia avvenuta in Liguria che da tempo viene nominata nei vari traffici?
Spero che qualcuno sia in grado di rispondermi.

Anonimo ha detto...

Le notizie che girano per ora sono di altre due fermate, una in Germania e una precedente in una zona tra Francia, Svizzera e Germania. Sembra che i cani in origine fossero un'ottantina...

Anonimo ha detto...

Allora, 280 euro x 80 cani = 22400 euro
Riduciamo: 250 euro per 80 cani = 20000 euro
Non c'è male, no?

Anonimo ha detto...

Ah ma questo è lo stesso Bus che usano anche italiani per trasportare cani spagnoli in Italia! Difatti gira una mail tedesca in cui il tizio chiede spiegazioni sulle motivazioni del sequestro, per poterlo spiegare ai colleghi tedeschi, austriaci ed italiani!!!
Vabbé, lo sappiamo che la multinazionale dei traffici è ovunque...

Ringhio ha detto...

Se ti riferisci a quella citata nel post, sono i colleghi di Spagna, Grecia e Italia... il che significa molto di più.
La Pet Line porta dunque cani spagnoli in Italia?

Anonimo ha detto...

Eh sì, fà anche trasporti in Italia! E chissà dove finiscono i cani spagnoli portati in Italia, ci rimarranno, dopo i vari smistamento al sud ed al nord o verranno inviati in Germania? Ma quanti giri fanno fare agli animali!!
Ma che "protezione animale":-((! E' una bestemmia questa!!

Anonimo ha detto...

Non è una novità sapere che in Italia arivano cani randagi da Spagna, Romania, Inghilterra, ecc.
E' cosa risaputa da molto tempo, mentre non si sa come e dove vadano a finire tutti questi cani importati...forse esportati nuovamente in altri Paradisi più nordici.

Anonimo ha detto...

I cani spagnoli così come i rumeni, croati, bosniaci ed altri che delle associazioni importano, finiscono in stalli e canili di tutta Italia...e chissà dove finiscono...
Mentre poi esportano i randagi nostri e riesportano quelli importati!
Come pacchi postali!
Non è accettabile! E' assurdo!
Ma c'è chi continua a parlare solo dei cani importati dall'Est!!
Così come le Autorità tedesche considerano le importazioni dei randagi come "commercio" vero e proprio , alla stregua dei cuccioli dell'Est, è ora che anche in Italia le Autorità si diano una mossa per affrontare e stroncare questo fenomeno dilagante.
Gli "animalisti" italiani che vanno all'estero per "salvare" i cani dalla soppressione, facessero invece pressioni sulle autorità dei vari paesi!
Eh sì, come si fà sennò a raccogliere fondi...

Ringhio ha detto...

Credo che quest'ultima osservazione meriti un attimo di attenzione. Come si fa a raccogliere fondi se se ne esaurisce il pretesto...?
Ragioniamoci un attimo, restando sempre in Spagna ma pensando che il discorso è valido anche per gli altri Paesi. La Spagna è un serbatoio veramente inesauribile, la "protezione animali" spagnola, a quel che mi sembra di capire finora (ma sono sempre pronto a correggermi), esaurisce praticamente il suo compito nell'approntare animali da esportare. E ce ne sono sempre, e sempre di più. È casuale? Progressi sul luogo zero, i tedeschi o svizzeri o perfino italiani (!) sono dichiarati indispensabili.
Chissà perché, mi viene voglia d'invertire la causalità. L'esportazione è fondamentale, PERCIO' i progressi sul luogo stanno a zero. Troppo cattivo? Realista, secondo me. O fra i clienti non figurerebbe un Paese come il nostro, che pure riproduce la situazione spagnola, dove più dove meno, dalle Alpi alla Sicilia.
Questo perché il nostro Paese, per ragioni geografiche ed economiche, è un crocevia... riceve i cani altrui e spedisce via i propri. Import-export, appunto.
Ma anche questa è una legge economica: il prodotto rimasto sul posto, dove non esistono sistemi per la sua elaborazione, è molto meno redditizio. I randagi spagnoli in Spagna, gli italiani in Italia, non valgono niente. Cominciano a valere se veicolano reddito: è il movimento che produce reddito... e lavoro, come per ogni prodotto, anche non sofisticato, in tutte le fasi della filiera di produzione e commercio.
I pomodorini siciliani, che spuntano e maturano quasi senza intervento umano con un raggio di sole, rendono pochissimo in Sicilia e anzi danno un sovrappiù di produzione che dovrebbe essere distrutto. Ma se arrivano a un supermercato di Bologna fruttano soldi a ogni tappa intermedia. Quindi, produrre e far partire.
I cani spagnoli, greci, turchi, rumeni e via dicendo sono solo una spesa sul posto. Bisogna trasformarli in fonte di reddito, produrne e muoverli, muoverli. Questo i tedeschi, gli svizzeri e compagnia l'hanno capito, e l'hanno ovviamente capito i loro partner sui luoghi di export... che in molti casi sono piccoli trust di indigeni e di tedeschi, svizzeri e compagnia.
DOBBIAMO utilizzare la chiave freddamente economica per capire il fenomeno. E dobbiamo accogliere la giustissima osservazione fatta nel post: i traffici non si svolgono in linea retta.
Però c'è un piccolo dettaglio. Stiamo parlando di tutela degli animali (e, incidentalmente, delle leggi, scusate se è poco). In questo l'Italia sta in mezzo al guado: perché, contrariamente alla Spagna e ad altri Paesi (che tuttavia fra poco la supereranno) ha le leggi di tutela più avanzate d'Europa. Eppure conserva un ritardo storico, perché si comporta come la Spagna: produce ed esporta. Lasciamo stare i proclami sui poveri cani di strada e sui canili lager: sono tutte tecniche di marketing. La realtà è una scelta di politica economica, che valuta l'investimento più conveniente e la spesa minore nel luogo di partenza, il maggior reddito nel tragitto (che, ovviamente, più è breve, meno frutta) e nel luogo di arrivo.
Ecco, ci sarebbero parecchie cose da dire su quest'ultimo punto. Ma per ora mi fermo qui.

Anonimo ha detto...

Cari signori che riportate queste notizie, non sapete che i trafficanti si sono appena uniti ed hanno fatto quel dossier su alcuni canili italiani in tre lingue e girato in tutto il mondo con lo scopo evidente di rafforzare il movimento di opinione a favore delle esportazioni selvagge? Vogliono che la gente dica: "meglio l'ignoto del canile". Questo è. Le immagini e gli sguardi degli animali deportati, le gabbie stracarice di animali, l'assoluta mancanza di certezza sulla loro sorte, lo sguardo dei condannati, innocenti, alla deportazione importa a pochi.

Anonimo ha detto...

Ebbene, si, siamo arrivati all'assurdo totale: le associazioni che dovrebbero combattere contro il randagismo facendo applicare le leggi che esistono (sterilizzazioni in primo luogo senza le quali il randagismo non potrà mai dimuinuire) si sono trasformate in spedizionieri di randagi lasciati nascere appositamente per non far mancare la merce....è il fallimento totale che grida vendetta, trribile tremenda vendatta!

Anonimo ha detto...

Mamma mia! ma non abbiamo ancora capito che il così detto "animalismo" è diventato un mestiere e che, quindi, deve rendere denaro per mantenere le sedi e per pagare i "volontari di merda!"
Che ci dicano che lavoro effettivamente svolgono costoro per vivere e per mantenersi oltre a quello di chiedere denaro......

Anonimo ha detto...

Terzultimo anonimo ha ragione, anche io ho letto il "proclama", tradotto in 3 lingue (inglese, francesce, tedesco)sui canili lager, pure corredato da foto. Mi sono vergognata per loro, per l'Italia, che permette a trafficanti filibustieri di metterci in cattiva luce e agevolare così la deportazione di indifese creature nei "civili" paesi oltr'alpe, cercando di giustificare così il loro osceno e vigliacco operato.

Anonimo ha detto...

Ma è un bene che questo blog si occupi di fermi di cani!!! Non importa che siano spagnoli deportati in Germania: tanto, sono tutti uguali, quale che sia il paese di provenienza!!

Quando il nostro governo si sveglierà?? Quando dei giornalisti veramente tali scriveranno e denunceranno??

Pippo ha detto...

E uno schifo simile sarebbe legale, normale, addirittura frutto del buon cuore di persone con un grado superiore di amore per gli animali ?!??!?!

Anonimo ha detto...

Ringhio ha esposto in modo molto chiaro la situazione. Ecco perché dico: è ora di dire basta!!
La gente andasse a lavorare! Non si può permettere che diffamino i paesi in cui si sono insediati per i loro sporchi affari con i nostri animali!
Porca miseria! Veramente, non è più accettabile, è un'offesa all'intelligenza di tutti gli onesti amanti degli animali e cittadini!!E' una presa in giro megagalattica, senza considerare la sparizione nel nulla del proprio amico domestico!

Ringhio ha detto...

Leggo solo ora l'ultimo commento, me ne scuso e rispondo.
"La gente andasse a lavorare"? Ma STANNO lavorando!

Anonimo ha detto...

Esatto, lavorano e anche con altissimi compensi!
Ah, un altra cosa....i paesi che sputano sull'Italia facendo proclami sui nostri canili non hanno nulla da insegnarci visto che da loro la legislazione permette l'eutanasia!
I loro canili saranno di conseguenza sempre lindi, ma gli "stalli"?
C'è da innoridire....