Sta a ciascuno di noi rimanere con gli occhi aperti per non perdere queste tracce per essere consapevoli, e non burattini manovrati senza capacità critica.
Su questo blog c'è qualche traccia, il resto non dovete mai smettere di cercarle voi.

giovedì 25 giugno 2009

BASTA DEPORTAZIONI ALL'ESTERO! Campagna nazionale ENPA


Sito Enpa

Sono anni e anni che furgoni, camion e perfino aerei trasportano cani e gatti in Germania, ma anche in Svizzera, in Austria, e di lì negli altri Paesi del Nord Europa.
Sono ormai centinaia di migliaia, milioni di animali, raccolti in strada, nei canili o presso privati che non sanno più cosa farsene, prelevati durante un'uscita da casa… cuccioli o adulti, anziani o malati al punto di non poter reggere il viaggio.
Radunati febbrilmente, con una ricerca massiccia e ostinata.Partono dall'Italia, dalla Spagna, dalla Grecia, dai Paesi balcanici, dall'Europa orientale, dalla Russia, dalla Turchia, dall'Africa del Nord, dall'Asia… tutti convogliati verso i paradisi del Nord, con la promessa di un giardino, di un sofà bianco, di una famiglia amorevole.
Tutti adottati?!
A scadenze fisse e frequenti, carichi di cani e gatti partono da ogni regione d'Italia. Cittadini stranieri - sempre gli stessi - li prendono in affido presso i canili, cittadini italiani - sempre gli stessi - collaborano con loro come prestanome, procurandosene con ogni mezzo, qualche volta nell'illusione di dare loro un avvenire migliore. Spesso gli animali vengono intestati a persone ignare, inesistenti, perfino decedute… Spesso partono senza documenti.E finiscono in una rete di altri canili e di stalli, prima in Italia… e poi all'estero. Alcuni appaiono offerti in siti web, e presto scompaiono, come tutti gli altri, nel nulla. Controlli seri? Impossibili oltre confine, in Paesi che per di più, come la Germania e la Svizzera, non hanno un'anagrafe canina pubblica…Ma perché tante organizzazioni private grandi e piccole, che si definiscono “di protezione degli animali”, prelevano tanti animali all'estero con viaggi frequenti e costosi, quando anche in Germania i canili sono pieni, quando lì e in tutti i Paesi - tranne che in Italia - vige la soppressione?
Adottati nel nostro Paese, gli animali, appena passato il confine, diventano l'oggetto di un commercio assai vantaggioso: la merce è gratuita all'origine, o costa soltanto un po' di mangime, di ciotole, di coperte…Il prezzo in Germania? Si chiama “tassa di protezione animale” come quella dei canili pubblici, ed è presentata come rimborso spese… fino a 350-400 euro per un meticcio qualunque, grande o piccolo, cucciolo o anziano, sano o malato. Il guadagno è garantito, tanto più che la propaganda negativa sull'Italia che queste organizzazioni lanciano presso il pubblico medio frutta molto altro denaro.I nostri animali sono venduti. A chi e perché?Non tutti sanno quanto la legge tedesca di tutela degli animali sia elastica in materia di sperimentazione… Ma a noi basta sapere che, una volta divenuto merce, l'animale perde ogni diritto alla tutela, qualunque sia la sua destinazione. E che ci si fa beffe della Repubblica italiana e delle sue leggi.
L'Italia ha le leggi più avanzate d'Europa in materia di tutela degli animali. Ma non è senza colpe. L'abbandono e il randagismo affliggono tutto il Paese. Troppi Comuni e troppe ASL sono ancora inadempienti rispetto ai loro obblighi di tutela e di vigilanza. Così, il rimedio è semplice ed economico: eliminare il problema chiudendo gli occhi sulla deportazione all'estero degli animali in soprannumero.Nel 1993 la circolare del Ministro della Sanità Garavaglia dava direttive per impedire le deportazioni. Nel 2001 la circolare del Ministro Veronesi indicava i controlli sugli affidi come parte integrante del benessere degli animali. Questa circolari sono tuttora in vigore, e sono vincolanti per ogni dipendente del Ministero della Salute. Ma molte ASL non le rispettano.
Nel 2003 il Regolamento Europeo 998 stabiliva che i movimenti non commerciali di cani e gatti nel territorio dell'Unione implicano che gli animali non siano destinati alla vendita né al passaggio di proprietà. Ma chi finge di prendere per sé un animale e lo vende all'estero non lo rispetta.Alcuni Paesi mediterranei hanno emanato disposizioni severe per far cessare le finte adozioni e la deportazione dei loro animali. Anche in Germania le autorità stanno aprendo gli occhi. Ma L'Italia è il fanalino di coda.L'ENPA, la più antica associazione italiana di protezione degli animali, ha deciso di combattere questa battaglia di civiltà. Per rispettare la sua vocazione. Per salvaguardare la dignità del nostro Paese.
Per costringere le istituzioni a compiere il loro dovere. Per educare i cittadini alla prevenzione, unico rimedio contro il randagismo e le sue conseguenze nefaste.L'ENPA lancia una petizione per chiedere al Ministero della Salute di intervenire una volta per tutte contro questo squallido e illegale mercato. Firmiamo tutti, perché nessuno possa più tradire la fiducia dei nostri animali più sfortunati.

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Evviva l'ENPA!!!!!!! Era ora!!
Grazie! Grazie! Grazie in memoria di tutti i milioni di animali deportati in oltre 20 anni e quelli che vengono ancora sistematicamente deportati sotto la falsa veste della protezione animale, sia quelli italiani sia quelli di tutto il resto del mondo!
Che le multinazionali, costituite da indigeni ed "aborigeni" dedite al traffico sappiano che non si scherza più!

Giulia ha detto...

Sono felice che anche l'ENPA si sia ufficialmente aggiunta alle associazioni che chiedono che non ci siano più deportati.

Ringhio ha detto...

È una data storica! Mobilitiamoci tutti scaricando il modulo cartaceo e raccogliendo le firme.
La firma sul sito non ha valore legale, ma ha un alto valore simbolico: suggerisco che ognuno metta la sua firma aggiungendo, se del caso, l'associazione a cui appartiene.
E che le associazioni più piccole - e perciò molto coraggiose - che hanno lottato in questi anni in un clima d'incredulità, quando non di scherno, dichiarino pubblicamente il loro appoggio.

Anonimo ha detto...

Condivido, è una data storica! Complimenti all'ENPA, che da grande associazione nazionale ora si batte contro questa delirante piaga!
In verità di associazione, più piccola, nazionale, ma storica, che si batte da anni contro questo delirio, ne conosco una sola!

Anonimo ha detto...

Un'altra associazione che, accomunata alla volontà di pochissime altre di porre fine ai tormenti per i nostri animali, dice pubblicamente BASTA.

Anonimo ha detto...

Bene! Era ora! Verità e giustizia per i cani italiani!
Gruppo randagi pavia

Anonimo ha detto...

Posso solo dire che l'associazione UNA nazionale ha recentemente consegnato le firme per una petizione simile e che, alla notizia dell'inizio di tale petizione, le sono arrivate pesanti accuse di razzismo e simili.
Aspettiamoci la replica

Anonimo ha detto...

Anonimo, la politica e gli attacchi sono da sempre "uguali", ormai hanno esaurito gli argomenti... che dicessero quello che vogliono, ci fanno un bel baffo! Devono tolgiere le mani dai nostri randagi, punto!

Anonimo ha detto...

Ma ora, anche se si chiama UNA, non è più sola!

Anonimo ha detto...

Colgo l'occasione per ringraziare con grande stima la Sig.ra Ebe, che in tutti questi anni ha subito tante cattiverie e diffamazioni nel perorare questa causa, è sempre andata avanti con testa alta per la sua strada. Ora finalmente non è più sola grazie all'ENPA.
Grazie Ebe! la verità viene sempre alla luce.

credo che in pochi si possano rispecchiare in questa famosa frase:
« Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l'essenza della dignità umana. »
(Giovanni Falcone)

Anonimo ha detto...

Uniamoci a UNA!

Anonimo ha detto...

Concordo col penultimo anonimo: persone come Ebe Dalle Fabbriche hanno sempre lottato, da decenni, per far emergere la verità.
Adesso non devono rimanere nell'ombra di una, seppur grande, associazione che si è attivata ufficialmente a livello nazionale solo ora.

Ringhio ha detto...

Beh, meno male che l'ha presa, no?
Ragazzi, è oggettivo che l'ENPA ha la voce più grossa. L'essenziale è non dimenticare chi ha rischiato pubblicamente e coraggiosamente prima dell'ENPA, riconoscergli tutti i meriti (che sono tanti e grandi) e, adesso, lavorare tutti insieme. E questo su Tracce diverse avverrà, è garantito.
Ora prepariamoci a fronteggiare gli attacchi all'ENPA, che sono già cominciati. Ed era prevedibile: si sta toccando un volume d'affari gigantesco, di fronte al quale anche le spalle larghe dell'ENPA hanno bisogno di sostegno. Ma è per questo che è partita la campagna, no? mica per scherzare.
Credo che sia indispensabile che tutti, oltre a firmare in rete, divulghino e facciano firmare il più possibile, in rete e sul cartaceo. Di fronte a questa gente ci vogliono i grandi numeri.

Anonimo ha detto...

Sì ha ragione Ringhio, diamoci da fare. Sappiate che gli appoggi ci sono anche dall'estero e tanti!!
L'unione fà la forza!

Anonimo ha detto...

Personalmente io sono felice, anzi felicissima, che l'Enpa sia partita con questa petizione e mi auguro che tutte le associazioni serie facciano altrettanto perchè è ora di finirla con tutte le menzogne che ci hanno raccontato fino ad ora mostrandoci cani enormi su divani o su piumoni bianchi, sempre in compagnia di grasse donnone straniere e---spesso---in stanze dal medesimo pavimento a piastrellone larghe!!!!!

Anonimo ha detto...

Mi pare che, dai messaggi che arrivano, si sia scatenata una certa agitazione fra i trafficanti (pardon, fra i veri autentici amanti degli animali randagi!) che temono fortemente di veder fermata la propria attività.
E speriamo che la fermino e che la patrie galare si aprano per tutti loro.

Anonimo ha detto...

Io sono ancora in attesa della posizione di certuni, che NON hanno fatto parola alcuna...
Ohibò, sò bene perché, eh sì, ma la maggior parte non lo sà! E spero che comunque chi non lo sà rifletta....e si chieda come mai !
La festa è finita!