Sta a ciascuno di noi rimanere con gli occhi aperti per non perdere queste tracce per essere consapevoli, e non burattini manovrati senza capacità critica.
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mercoledì 9 settembre 2009

Forlì, caso microchip. I veterinari: "Azione corretta e doverosa"


FORLI' - Microchip canini, atto terzo. A puntualizzare alcune questioni è questa volta una nota firmata da Davide Rosetti, presidente del consiglio direttivo dell'Ordine dei Veterinari della Provincia di Forlì. "Il medico veterinario - si legge in una nota - deve rifiutare di prestare la propria attività quando vi è la possibilità di un'operazione illecita o di rischio per la salute del cane o dei proprietari. E quindi la collega ha agito in maniera corretta e doverosa".

"Poiché da tempo I media, la stampa e I colleghi stessi denunciano adozioni e/o acquisti di cani via Internet tramite associazioni cosiddette animaliste vogliamo sottolineare che molti di questi animali ,senza microchip vengono sottoposti a viaggi in auto o in aereo ,in età anche al di sotto dei 2 mesi di vita ,senza le minime norme di profilassi . Il sospetto di traffici illeciti collegati a ciò ha fatto si che a fine luglio l' argomento sia stato oggetto di interrogazione parlamentare" prosegue la lettera firmata da Rosetti.

"Le norme nazionali e regionali ,come già spiegato dal servizio Veterinario dell' Ausl,sono chiare: è vietato movimentare cani non correttamente identificati. (L.N. 281/91,C.M.33/93,legge reg. 27/2000,Ord. 06/08/08,ecc...) per loro è un' assicurazione che ne impedisce di fatto l'abbandono. Inoltre , solo conoscendo l'origine degli Animali è possibile, da parte delle autorità competenti, un corretto monitoraggio sanitario ed epidemiologico .Queste norme a tutela del benessere animale e della sanità pubblica dovrebbero essere ottemperate in primo luogo da chi si definisce " associazione amica degli animali ".

"Per quanto riguarda I doveri del Medico Veterinario più volte richiamati nelle lettere ed e-mail giunte ai giornali - dice ancora Rosetti - vogliamo sottolineare quanto segue: Il medico veterinario deve rifiutare di prestare la propria attività quando dagli elementi conosciuti possa fondatamente desumere che essa sia finalizzata alla realizzazione di un'operazione illecita (art. 26 codice deontologico), deve inoltre segnalare se presenti, eventuali rischi per la salute del cane e dei proprietari".

"Nel caso specifico quindi - sostiene ancora il presidente dei Medici Veterinari di Forlì - la collega ha tenuto un comportamento corretto e doveroso non applicando il microchip al cane, e segnalando ai futuri affidatari gli eventuali rischi di contagio. Tutte le considerazioni sanitarie fatte sulla stampa da coloro che, non solo non hanno mai visto l'animale ma non ne hanno neppure titolo per farlo, non sono, per quel che ci riguarda da considerarsi".

"Ricordiamo che dovendo lavorare tutti a tutela della salute e del benessere animale, sia necessario il rispetto del proprio ruolo. A tal fine ci è sembrato doveroso promuovere una campagna di prevenzione sanitaria volte a un corretto rapporto uomo-animale per dare ai cittadini I consigli per un' acquisto e o un' adozione consapevole"

Fonte: Romagna oggi 9 settembre 2009

http://www.romagnaoggi.it/forli/2009/9/9/135429/

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie per la notizia! Ma pare che La d.ssa Martini del Welfare nelle sue ordinanze non cosnideri questi fatti gravi che accadono in tutta Italia e regolarmente...

Anonimo ha detto...

Molto confortante la presa di posizione assunta dai soli che hanno titolo per farlo!
La Dott.ssa Martini che ha dimostrato quanto le stanno a cuore gli animali, dovrebbe tenere conto in primis ciò che dicono i professionisti che non fanno altro che applicare la normativa, che giustamente deve essere rispettata da tutti.

Anonimo ha detto...

Evviva! un grazie enorme ai veterinari di Forlì che, forse a loro insaputa, hanno aperto una enorme falla nei traffici di randagi!!!!! Grazie di cuore a tutti i veterinari di Forlì, liberi professioni e dipendenti Asl, per quello che hanno fatto. Bravissimi.

Anonimo ha detto...

Se tutte le ASL ed i vet pubblici ed i liberi professionisti fossero tutti come coloro di Forlì il randagimso non sarebbe più una "piaga"!!!
Spero altri ne prendano esempio e non stiano più ai giochi delle multinazionali degli esportatori e dei "volontari" collegati
Grazie a tutto il team di Forlì!