Sta a ciascuno di noi rimanere con gli occhi aperti per non perdere queste tracce per essere consapevoli, e non burattini manovrati senza capacità critica.
Su questo blog c'è qualche traccia, il resto non dovete mai smettere di cercarle voi.

domenica 8 febbraio 2009

Ciao Eluana....ti vogliamo bene

A riguardo della vicenda Eluana, pur seguendola con dolore e angoscia, abbiamo sempre scelto di non parlarne, abbiamo scelto il silenzio.

Di conseguenza la scelta di non pubblicare per rispetto, la foto di Eluana, ma quella di un cielo, simbolo di vita e speranza.

Viviamo in un era edonista, dove conta l’apparire, l’urlare, sgomitare l’un l’altro per avere il primo posto.

In un era dove l’essere vivente che non ha voce non ha modo di difendersi, dove ci arroghiamo con presunzione di capire gli esseri viventi che usano altri codici per esprimersi, e vengono schiacciati dal chiasso, da fiumi di parole, da una scienza arrogante.

Solo chi ha vissuto una determinata condizione può sapere la verità, anche se non è in grado di esprimersi, gli altri possono solo fare ipotesi, o strumentalizzare gli accaduti.

Abbiamo perso la capacità di leggere tra le righe, di ascoltare il silenzio, di avere umiltà.
Per questo continueremo a tacere, ma lasciamo parlare chi ha vissuto questa tragedia in prima persona come una profonda lezione che dovremmo percepire, se vogliamo camminare in un cammino di civiltà, o addormentare per sempre le nostre menti vigili riuscendo ad accettare come normale anche ciò che è agghiacciante.

Facciamo solo una precisazione, nel caso di Eluana non si tratta di sospensione di accanimento terapeutico, ne di eutanasia poiché non è una morte procurata veloce e indolore, ma di un agonia lenta per mancanza di cibo e acqua in una creatura che ha un cervello e un cuore vivo.


E ora a voi, questa testimonianza di Salvatore Crisafulli

Fonte Blog di Salvatore Crisafulli


La condanna a morte di Eluana Englaro “Cancella le nostre speranze”

La Sentenza di Morte emessa dal Tribunale di Milano nei confronti di Eluana Englaro è veramente agghiacciante, fa venire i brividi cancellando definitivamente le nostre speranze e condannando duramente tutti i disabili gravissimi, mi chiedo cosa ne sanno i Tribunali e la Scienza Medica dello Stato Vegetativo? di cosa si sono accertati? esistono dei parametri! e dei criteri validi per confermarne l’irreversibilità? Assolutamente NO.
Rimango scioccato dal duello che appare solamente tra il Sig Englaro e la Chiesa, e noi protagonsti direttamente coinvolti, nulla di tutto ciò,
Staccare il sondino che porta l’alimentazione sarà una morte veramente atroce, la definirei alquanto orribile.
La definizione di Stato Vegetativo PERMANENTE si riferisce invece ad una prognosi sottoposta a gravi margini di errore.
Non esistono tutt’oggi validi criteri per accertare l’irreversibilità del Coma e dello Stato Vegetativo.
Prova schiacciante senza ombra di dubbio è la mia storia, quest’ultima confermata anche da Bob Schindler fratello di Terri Schiavo.
Oggi ho quasi 43 anni, sono stato vittima di uno spaventoso incidente stradale (come Eluana Englaro Glaswos Coma scale di 3-4 grado) avvenuto a Catania l’11 settembre del 2003, riportando danni assonali diffusi che interessava anche la ragione ponto-mesencefalica entrando in coma, successivamente trapassando lo stato vegetativo permanente. Ho vissuto nell’incubo per quasi due anni, incredibilmente nel 2005, mi risveglio e riesco a raccontare che io sentivo e capivo tutto.
Durante il mio stato vegetativo io avvertivo e sentivo di avere fame e sete, non avvertivo solamente il sapore del cibo,
Finalmente oggi riesco a sentire il sapore del cibo perchè riesco ad essere nutrito dalla bocca (fino ad oggi sono portatore di PEG).
Io sentivo ma nessuno mi capiva. Capivo cosa mi succedeva intorno, ma non potevo parlare, non riuscivo a muovere le gambe, le braccia e qualsiasi cosa volevo fare, ero imprigionato nel mio stesso corpo proprio come lo sono oggi.
Provo con tutta la mia disperazione, con il pianto, con gli occhi, ma niente, i medici troncavano ogni speranza, per loro ero un “vegetale” e che i miei movimenti oculari erano solo casuali, insomma non ero cosciente.
Sentivo i medici dire che la mia morte era solo questione di tempo, ed iniziavo ad aprire e chiudere gli occhi per attirare l’attenzione di chi mi stava attorno. I medici parlavano sempre di stato vegetativo permanente ed irreversibile, lo ribadivano e lo scrivevano.
Io riesco a comunicare tramite un computer, selezionando con gli occhi le lettere sullo schermo. Oggi a distanza di quasi 5 anni vivo da paralizzato, la mia patologia è quella che si chiama sindrome assimilabile alla Loked.in “uomo incatenato”. La mia storia la raccontai anche a Piergiorgio Welby, supplicandolo “inutilmente” di lottare per la vita.
Dal mio letto di quasi resuscitato alla vita, voglio gridare a tutto il mondo il mio straziante e silenzioso urlo.
Questa sentenza di morte emessa nei confronti di Eluana Englaro è veramente una sentenza agghiacciante, se applicata, si inizia la nuova era dell’eutanasia con l’eliminazione di tutti i disabili gravissimi che aspettano e sperano anche nella scienza.
Il mio è il pensiero semplice di chi ha sperimentato indicibili sofferenze fisiche e psicologiche, di chi è arrivato a sfiorare il baratro oltre la vita ma era ancora vivo, di chi è stato lungamente giudicato dalla scienza di mezza Europa un vegetale senza possibile ritorno tra gli uomini e invece sentiva irresistibile il desiderio di comunicare a tutti la propria voglia di vivere.
Durante quegli interminabili due anni di prigionia nel mio corpo intubato e senza nervi, ero io il muto o eravate voi, uomini troppo sapienti e sani, i sordi? Ringrazio i miei cari che, soli contro tutti, non si sono mai stancati di tenere accesa la fiammella della comunicazione con questo mio corpo martoriato e con questo mio cuore affranto, ma soprattutto con questa mia anima rimasta leggera, intatta e vitale come me la diede Iddio.
Ringrazio chi, anche durante la mia “vita vegetale”, mi parlava come uomo, mi confortava come amico, mi amava come figlio, come fratello, come padre.
Dove sarebbe finita l’umana solidarietà se coloro che mi stavano attorno durante la mia sofferenza avessero tenuto d’occhio solo la spina da sfilare del respiratore meccanico, pronti a cedermi come trofeo di morte, col pretesto che alla mia vita non restava più dignità?
La mia famiglia sfidava la scienza e la statistica dei grandi numeri svenandosi nel girovagare con me in camper per ospedali e ambulatori lontani. Urlando in TV (porta a porta e similari) minacce e improperi contro la generale indifferenza per il mio stato d’abbandono.
Vi ricordate di quel piccolo neonato anencefalico di Torino, fatto nascere per dare inutilmente e anzitempo gli organi e poi morire? Vi ricordate che dalla sua fredda culla d’ospedale un giorno strinse il dito della sua mamma, mentre i medici quasi sprezzanti spacciavano quel gesto affettuoso per un riflesso meccanico da avvizzita foglia d’insalata? Cara Mamma, quando mi coprivi di baci e di preghiere, anch’io avrei voluto stringerti quella mano rugosa e tremante, ma non ce la facevo a muovermi, né a parlare, mi limitavo a regalarti lacrime anziché suoni. Erano lacrime disprezzate da celebri rianimatori e neurologi, grandi “esperti” di qualità di vita, ma era l’unico modo possibile di balbettare come un neonato il mio più autentico inno all’esistenza avuta in dono da te e da lui.
Sì, la vita, quel dono originale, irripetibile e divino che non basta la legge o un camice bianco a togliercela, addirittura, chissà come, a fin di bene, con empietà travestita di finta dolcezza.
Credetemi, la vita è degna d’essere vissuta sempre, anche da paralizzato, anche da intubato, anche da febbricitante e piagato.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie di aver postato la storia di Eluana.
Io mi sento in lutto. Come si può far morire un essere che non ha modo di difendersi, di fame e di sete.
Chi crediamo di essere noi "umani" per decidere sulla sorte di altri viventi? Come possiamo arrogarci il diritto di far spegnere una vita di cui non sappiamo nulla! Siamo talmente piccoli, non sappiamo cosa prova, cosa sente. Non lo sapremo mai, lo sà solo chi ci passa!
Comunque è viva!
Non c'è alcun accanimento terapeutico.
Non possiamo sapere se addirittura un giorno ricomincerà a parlare, ad alzarsi!
Dio perdona coloro che stanno condannando a morte una vita nella speranza ci ripensino in tempo!

Anonimo ha detto...

questo e la ricerca, quelli sono i scienziati, che sentenziano che una persona in coma nonsente niente.anche io sono convinta che invece capiscono tutto ma non possono reagire e quando personestupide e ignoranti parlano liberamente davanti a loro ,recano un grande dolore alle persone in coma.fin quando esiste teleton e raccolte varie per la ricerca non cambiera mai nulla

Anonimo ha detto...

per una cratura che ha un cervello vivo?

Anonimo ha detto...

Si un cervello vivo,che era vivo.....

Anonimo ha detto...

oggi ce il funerale al quale non partecipano ne padre ne madre povera creatura abbandonata dai geniitori. e non ditemi che e per i massmedia perche finora si e sempre sciaquato abbondantemente la bocca

Anonimo ha detto...

Io non mi sento di giudicare i genitori di Eluana, anche se non condivido il loro pensiero, comunque non si può stabilire il metro del loro dolore se vanno o no al funerale.
Ripeto, non condivido il loro pensiero, ma hanno agito nella legalità, hanno portato avanti le loro idee nella legalità, il punto è un altro.
Il punto è che le conoscenze e la cultura dilagante porta sempre di più a dare considerazione a una comunicazione gridata, plateale, e si è incapaci di percepire altri infiniti modi di comunicare.
Il punto è che una scienza arrogante stabilisce di identificare un essere umano a un vegetale, ma non è così, i fatti e la storia e le testimonianze dimostrano che non è così.
Il punto è che questo può creare un precedente per travisare cos'è la dignità della vita, e far trarre conclusioni in futuro che gli esseri che non sono belli forti e sani non hanno dignità della loro vita, e questo mi spaventa molto, e dovrebbe spaventare tutti.
A questo punto mi snto solo di dire:

"Risanaci, Signore, Dio della vita"

Anonimo ha detto...

il cervello 'vivo' lo aveva il barbone che è morto di freddo due giorni fa in stazione centrale. e per il quale nessuno di quei maledetti talebani in nome del Signore ha speso una parola o una preghiera. eppure lui sì che era vivo e sì che si pteva salvare. ipocriti.

Anonimo ha detto...

Non puoi sapere chi ha pregato o no per quel barbone, anzi quella creatura umana, perchè chiamarlo barbone personalmente mi sembra anche dispregiativo.
Ecco, quella è una vita senza dignità per la quale si doveva intervenire prima per renderla dignitosa, come per tantissimi altri esseri umani nelle sue condizioni.
Ma la cultura del non rispetto alla vita non solo porta a non ammettere che esistano diseredati, ma a scaricare una sempre più aghiacciante violenza verso di loro, come gli ultimi episodi dimostrano.
La cultura della mancanza di rispetto della vita per quella che è e non per quello che dimostra, porta a rispettare solo gli stereotipi umani da copertina.
A uno di quelli nessuno gli darebbe fuoco "per gioco" stai sicuro, ma entrambe le vite meritano lo stesso rispetto.

Anonimo ha detto...

rimango della mia opinione, un genitore che non accompagna un figlio al ultimo viaggio e difficile trovarlo

Anonimo ha detto...

Mi pare che non sapete di ciò che parlate. Vivere con un tubbo sul naso che periodicamente ti soffoca oltre ad alimentarti (bisogna estrarre la mucosità dai polmoni con una procedura molto sgradevole), ricoperti da piaghe da decubito che non si curano mai, ridotti uno scheletro ... Questa è la realta di una persona nelle condizioni di Eluana. Meno male che la ragazza non era cosciente, anzi non c'era proprio. Questo tipo di alimentazione viene usato da medici, in genere religiosi e moralisti, con vecchietti che si rifiutano a mangiare, nella fine della loro vita. Talvolta li legano le mani per evitare che si tolgano il tubbetto dal naso. Invece di morire di inanizione, dormendo tranquillamente, finiscono per morire per infarto in una crisi di soffocamento. E avendo perso tutta la loro dignità. Certo, 15 o 20 giorni dopo di quella che sarebbe stata la loro morte naturale. Rispetto quelli che credono ai miracoli, Dio e pensano di dover soffrire al momento della morte. Fate come volete ma, TUTTI GLI ALTRI, LASCIATECI MORIRE IN PACE. NON AVETE IL DIRITTO DI IMPORRE LA VOSTRA RELIGIONE!!!
E inoltre, se siete davvero difensori degli animali, lascerete il vostro cane o gatto vivere fino all'ultimo secondo, soffocandosi o soffrendo dolori atroci? Non riuscite a capire che, con la medicina, si riesce ad allungare la vita, ed è meraviglioso, ma portiamo anche le cose avanti fino a un punto impossibile in natura. Gli animali, quando stanno male, smettono di mangiare, accellerando l'arrivo della morte.
Se c'è una ragionevole speranza, bisogna curare, ma se si tratta unicamente di allungare la una sofferenza insopportabile... Non è cura, è tortura. E un'altra cosa, lasciate Dio fuori da queste cose. Se si dice che siamo talmente piccoli che non sappiamo ciò che potrebbe volere una ragazza che aveva detto, quando stava bene, che così non avrebbe voluto vivere, ancora meno si potrebbe sapere ciò che penserebbe Dio a riguardo. E i suoi presuti portavoci (vedi sacerdoti), la verità, si sono sbagliati spesso, fino a poco tempo fa condannavano a morte, per poi chiedere scusa, e dicono anche che gli animali non hanno anima....